Il primo presidente della squadra fu Roberto Biasiol, noto giornalista di Telemontecarlo e papà di Massimiliano, uno dei fondatori della squadra. Dopo un solo anno di presidenza, arrivò a sostituire Biasiol Piero Travaglini, che prese in mano i Tori Torino nel 1981 e li accompagnò nella trasformazione in Tauri e nella transizione dalla LIF di Beneck all’AIFA di Colombo. Travaglini, già dirigente dell’Ambrosetti Torino di Rugby, visse in prima persona l’acerrima lotta che la Federrugby ha sempre condotto nei confronti del football americano. Sotto la sua presidenza, caratterizzata dalla continua spada di Damocle di sanzioni disciplinari da parte della FIR, i Tori presero ad allenarsi al vecchio Albonico di Via Germagnano (campo ora scomparso) “tempio” della maggiore squadra di rugby della città. Nonostante tutto la collaborazione fu serrata e proficua, e portò diversi giocatori dell’Ambrosetti a vestire la maglia dei Tori/Tauri (tra tutti ricordiamo i fratelli Monfrino) sebbene dovettero essere tesserati sotto falso nome per non incorrere nelle ire della Federazione Rugby, mentre nella offseason del football furono molti i nostri che si cimentarono con “l’altra” palla ovale.
Dopo un biennio di presidenza, a causa dell’ostracismo da parte dei “cugini” dell’altra palla ovale, prima dell’inizio della stagione 1983 Travaglini passò il testimone a Gianni Tempo, stimato commericalista torinese e papà del Defensive Back Giampaolo. Sotto la presidenza Tempo, i Tauri vissero le loro stagioni migliori, mancando i playoff per un soffio nel 1984. La cronica mancanza di dirigenti e la risoluzione del rapporto con il General Manager Romeo Ferrero avvenuta al termine della stagione 1985, unita alla grave crisi finanziaria derivata dalla mancanza di uno sponsor, portarono Tempo ad accordarsi con la terza realtà torinese, i Gators Torino.
Dalla fusione tra Tauri e Gators nel 1986, venne fuori il terzo ed ultimo presidente del sodalizio torinese. Fu infatti Roberto Cagnazzo, già presidente e fondatore dei Gators, a prendere in mano le redini del club. Cagnazzo portò ai Tauri una gestione societaria sicuramente molto più professionale, con un buon numero di dirigenti suddivisi per mansioni, ma ciò non bastò per amalgamare due realtà molto differenti tra loro in una squadra vincente. I due anni di presidenza di Cagnazzo vennero caratterizzati da tre fatti fondamentali. Innanzitutto per la prima volta arrivarono ai Tauri degli stranieri con un pedigree da ex professionisti, dopo che in squadra avevano giocato solo atleti provenienti dalla base NATO di Tirrenia. Altro fatto rimarchevole, i Tauri colsero la loro prima (ed ultima) vittoria contro i cuginiGiaguari in un derby memorabile ed indimenticabile.
Infine, pochi mesi dopo quell’impresa che comunque non servì ad evitare la retrocessione in serie B, Cagnazzo presiedette l’assemblea della società che decretò, con votazione bulgara, la fusione con i Giaguari Torino che decretò la fine dei Tauri Torino.