I Tauri non sono mai stati una squadra "ricca", e per questo motivo i giocatori americani che ne hanno vestito i colori si possono contare sulle dita di una mano… e mezza. Ovviamente non prendiamo in considerazione il Torneo di Massa del 1977, quando a vestire la maglia dei Tori venne chiamata la squadra dei Red Machine di Aviano.
Il primo giocatore d'oltreoceano ad entrare in contatto con la squadra fu un paisà: Joy De Pasquale.
A Torino per studiare medicina, Joy arrivò al campo Albonico, dove all'epoca si allenavano i Tori, poche settimane prima dell'inizio della stagione 1981 sconvolgendo letteralmente tutto l'ambiente.
Dato lo scarsissimo livello tecnico del team di allora, Joy si fece ovviamente notare in difesa, facendo quelli che allora sembravano numeri da circo. Il "Piemonte Sportivo" gli dedicò persino un articolo, presentandolo come l'arma in più per i torinesi nel campionato LIF 1981.
Non sapremo mai se il suo valore fosse reale o amplificato dalla pochezza della squadra. Dopo qualche allenamento, Joy De Pasquale ritornò nel nulla da cui era arrivato, lasciando dietro di sè qualche rimpianto per quello che avrebbe potuto essere e qualche dubbio sulla sua reale volontà di giocare a football.
Passarono quindi le stagioni 1981, 1982 e 1983 senza che i Tauri schierassero giocatori americani tra le loro fila, cosa del tutto normale per le squadre che non potevano permetterseli all'epoca. La possibilità di schierare giocatori americani restava infatti tale, non come oggi che viene sentita come "necessità", per cui se il mio campionato permette l'utilizzo di giocatori stranieri sono "obbligato" a prenderli, a costo di svenarmi e chiudere la baracca l'anno successivo.
Per la stagione 1984 la musica cambia. Con l'arrivo dello sponsor Guarà, le possibilità economiche della squadra permettono di ingaggiare dei giocatori stranieri, e fa così la sua comparsa uno dei personaggi più mitici che la storia dei Tauri ricordi: Frank Ellis. Su Frank Ellis vale la pena di raccontare il suo "esordio" nei Tauri, avvenuto in occasione dell'amichevole precampionato disputata a Castelgiorgio contro i Gladiatori il 4 Marzo 1984.
Prelevato dall'appartamento di via Goito in cui abitava (indimenticabile il suono del suo campanello di casa: un muggito di mucca) e portato al ritrovo per la partenza, passò tutto il viaggio a raccontare di quando giocava negli USA, dove era stato quarterback a Notre Dame per poi passare, dopo essersi evidentemente accorto delle nostre espressioni dubbiose (un quarterback nero, a Notre Dame, nei primi anni 80? Bah…) ad essere un ex giocatore della Toledo University, sconosciuta ai più.
Dopo aver fatto le ore piccole in una discoteca di Castelgiorgio ed aver animato la notte del piccolo paesino umbro cercando di insegnarci l'inno di battaglia "Gimme a T, gimme an A, gimme a U, gimme an R, gimme an I: What's it spell? TAURI!", il giorno successivo lo ritroviamo nello spogliatoio dello stadio Vince Lombardi alle prese con la vestizione, un po' in difficoltà nell'indossare il paraspalle. Una volta infilato dalla testa, Frank chiese l'aiuto di un compagno di squadra per allacciare le cinghie, perchè da solo non ci riusciva. Per forza: aveva indossato il paraspalle al contrario!!!
Inutile dire che l'impatto di Frank Ellis dal punto di vista del gioco fu assolutamente irrisorio per la squadra, diversamente da quanto avvenne per il secondo americano ingaggiato quella stagione, il monumentale uomo di linea Tony Montanaro, militare di stanza alla base NATO di Camp Darby a Tirrenia. Nonostante le gambe ad "X" e le ginocchia gracilissime, tanto da rendere incomprensibile come potessero sostenere un corpo di ben oltre 120 chili, Montanaro divenne ben presto il punto di riferimento della linea di attacco dei Tauri, non disdegnando anche qualche apparizione in difesa, disputando tutto sommato un ottimo campionato.
In sostituzione di Frank Ellis, che provò, senza fortuna, a giocare prima Linebacker e poi Defensive Back, venne ingaggiato dopo tre partite di campionato un commilitone di Montanaro: Cyril Robke. Un buon linebacker e poco più, che si distinse comunque per dedizione e disciplina.
Nel 1985 non fu possibile far tornare Montanaro, ma i buoni contatti con la base di Tirrenia fornirono ai Tauri due giocatori per il campionato: Terry J. Smith, un linebacker, e Timothy Fullk un Tight End. Nessuno dei due lasciò un'impronta decisiva nella squadra, ma la decisione di privarsi del loro apporto ebbe ben poco a che fare con una scelta tecnica. Di ritorno da una licenza, infatti, i due ragazzi ebbero un incidente stradale nei pressi della base e riportarono danni piuttosto seri che li costrinsero a dare forfait. Le regole AIFA non permettevano la sostituzione dei giocatori americani, nemmeno in caso di grave infortunio, per cui i Tauri giocarono più di mezzo campionato senza l'apporto dei due stranieri.
Dopo la fusione con i Gators, arrivò un terzetto di giocatori canadesi, di gran lunga i migliori tre giocatori stranieri che i Tauri ricordino. Nel 1986 arrivarono il linebacker Nereo Bolzon ed il running back Corrado Filice.
Nereo Bolzon, che vediamo nella foto a fianco che ritrae gli Edmonton Eskimos vincitori della Grey Cup del 1982 (quinto da sinistra nella prima fila in piedi, numero 36), si presentò a Torino con un curriculum di tutto rispetto. Proveniente dai Golden Bears della University of Alberta, dove ottenne la nomination nella All Star della Western Intercollegiale Football League, venne draftato dagli Edmonton Eskimos, in quegli anni la squadra dominante della Canadian Football League. Bolzon vinse con gli Eskimos la Grey Cup del 1982, che gli valse la nomination nella Alberta Hall of Fame nel 1997, quando i membri di quella magnifica squadra che dominò la CFL per cinque anni, vennero insigniti in blocco dell'onorificenza sportiva dello stato.
Nonostante il curriculum e le indubbie qualità tecniche, Bolzon non riuscì a dare alla difesa dei Tauri quella spinta in più necessaria per una stagione vincente.
Al pari di Bolzon, anche Corrado Filice trovò molte difficoltà ad essere il runner decisivo di cui i Tauri avevano bisogno. Filice, anch'egli un prodotto dei Golden Bears della University of Alberta, dove fu compagno di squadra di Bolzon nel 1981, fu costretto da un infortunio a rinunciare ad un contratto con i Calgary Stampeders della CFL nel 1985, ed un anno dopo si unì a Bolzon nell'avventura italiana. Indimenticabile il prepartita della prima di campionato nel 1987, quando a Torino vennero i Warriors Bologna Campioni d'Italia in carica. In mezzo al campo si incontrarono gli americani delle due squadre per un veloce saluto e per scambiare due battute prima di iniziare il riscaldamento. Cominciano i bolognesi: "Vernon Hargreaves from Uconn and Valdez Baylor from Minnesota". Risponde Bolzon: "Nereo Bolzon, Edmonton Eskimos". E' la volta di Filice, sicuramente il meno "titolato dei quattro" che si presenta così: "Hi, Corrado Filice from USC. University of Southern Calabria".
Sia Filice che Bolzon vennero riconfermati per la stagione 1987, ma il runner si infortunò quasi subito. Venne chiamato a sostituirlo un giovane di belle speranze, appena uscito dall'università (University of Alberta pure lui, ovviamente): Jeff Funtasz.
Funtasz, vincitore del Peter Gorman Trohpy nel 1984 come CIS Rookie of the Year, detentore di alcuni record universitari sulle corse e sui TD segnati in stagione, compagno di squadra di Filice negli anni 1984 e 1985, arrivò "a tempo determinato" per sole quattro partite, dovendo poi tornare in patria a causa del draft della CFL, che lo vide selezionato al 4 giro (35esima scelta assoluta) dagli Edmonton Eskimos, dove però non riuscirà a conquistare un posto nel roster.
In sole quattro partite Funtasz lasciò un'impronta indelebile nella storia dei Tauri, stabilendo anche il record di media/ritono sui kickoff che venne battuto solo dopo quasi vent'anni. Due gli episodi legati a questo giocatore. Il primo è relativo alla sfida nella sfida tra le due giovani promesse disputatasi a Parma, dove i Panthers ospitavano i Tauri in un incontro importante per i Tauri in chiave salvezza. L'incontro si trasformò in una vera e propria sfida personale tra i due HB delle due squadre, Jeff Funtasz per i Tauri e John Tagliaferri per i Panthers. Funtasz era arrivato appena il giorno prima dal Canada, ma esordì con una fantastica meta su ritorno di kickoff. Purtroppo Tagliaferri ed i suoi Panthers ebbero la meglio per 14-12.
Il secondo episodio si riferisce invece alla partita di due settimane dopo, quando Jeff Funtasz trascinò alla prima vittoria nella storia dei Tauri contro i Giaguari, oltre ogni pronostico. Indimenticabile l'off tackle con cui Jeff sigillò la vittoria, dopo aver preso l'hand-off praticamente dietro la schiena ed essersi fatto passare la palla davanti mentre attraversava la linea di scrimmage: un gioco di prestigio che lasciò a bocca aperta tutti quanti.